Coi suoi continui restauri e ammodernamenti, “U chianu ‘a Badìa” è il più metamorfico piazzale del centro antico di Bronte e il più rappresentativo dell’evoluzione storica della nostra cittadina. Piazza Spedalieri è da sempre il centro della vita sociale, commerciale e politica del paese: nei mesi invernali si riversano in essa le acque che scendono rapide dalla ‘calata della stazione’ e da Piazza Maddalena; nelle estati una grande moltitudine di gente la riempie per prendere parte alla promozione del pistacchio, alle feste cittadine e ai comizi degli oratori di tutti i partiti politici. Eppure, nell’immaginario dei brontesi, il prestigio di questo luogo è proporzionale all’inconsapevolezza dei cambiamenti diacronici che lo hanno interessato modificandone lentamente l’aspetto originario.
Funge da sfondo ormai da secoli l’antica chiesa di San Silvestro, della stessa età delle altre sorte a Bronte in seguito all’unificazione dei 24 casali per ordine di Carlo V nel 1535. In origine la cappella era intitolata a Santa Scolastica poiché la struttura era anticamente affiancata da un convento claustrale, distrutto dal rovinoso terremoto del 1818 e poi definitivamente soppresso dalle leggi ecclesiastiche di fine secolo. Una remota tradizione, viva ancora nelle memorie dei nostri anziani, ricorda come presso tale struttura esistesse la cosiddetta ‘ruota dei projetti’ – un armadio cilindrico girevole attorno a un asse verticale e aperto da un solo lato, comunicante con l’esterno e l’interno del monastero –, presso cui le madri indigenti abbandonavano i figlioletti appena nati in totale anonimato. La sua demolizione alterò completamente il prospetto principale del complesso, in luogo del quale sorse un ospedale, più avanti riconvertito in sede del Fascio e delle scuole elementari.
In una fase di mezzo il centro della piazza era marcato dal celebre monumento dei caduti della Grande Guerra. Realizzato nel 1922, esso comprendeva la statua in bronzo di una Vittoria alata diritta su un globo e recante in mano una palma e una fiaccola; era posta su un alto basamento in marmo e collocata entro un’ampia aiuola recintata. Tale opera scultorea fu smantellata vent’anni dopo: la donna e la cancellata furono donate alla Patria per la realizzazione di cannoni (infatti si era un’altra vota in guerra) e il monumento completamente demolito e dimenticato in un deposito comunale per decenni. Negli anni ’60 alcuni resti del piedistallo, unitamente alle targhe commemorative del basamento, furono ricollocate nel nuovo ‘Sacrario dei caduti’, che sorge in adiacenza dell’angolo della chiesa e commemora i soldati brontesi scomparsi nei due sanguinosi conflitti mondiali. Mi ci portava sempre il nonno Nunzio, per cercare nelle lunghe liste il nome del suo amato fratello – Francesco Caserta, un giovanotto intrepido che come molti altri aveva lasciato la famiglia e la campagna poco più che ventenne e non vi aveva più fatto ritorno. Ne accompagna il ricordo la facciata dell’edificio scolastico retrostante, ancora oggi segnata dai bombardamenti del 1945.
Alcuni lavori portati a completamento nell’anno 2009 hanno modificato l’originario assetto della piazza, ridisegnandola e conferendole l’aspetto col quale possiamo ammirarla oggi: “il salotto di una cittadina sempre più viva, bella ed ospitale”. Allora la sua superficie è stata posta su un unico piano, con una fontana a sei distinti getti d’acqua e dei moderni sedili in cemento a struttura ondulata; un arco con targa di inaugurazione, replicante l’antica facciata del Teatro comunale che vi si affaccia dal fianco, ne caratterizza il fondo. Piazza Spedalieri conserva per sempre il suo prestigio di luogo ricco di storia e di bellezza, una vera e propria meraviglia in evoluzione invischiata nel centro della nostra cittadina frenetica.
Curato dal volontario SCU Nunzio Lupica