Tre foto, un luogo: Piazza San Vito
Nuovo appuntamento con la rubrica “Tre foto, un luogo” curata dal volontario SCU Messineo Carmelo. Buona lettura!
L’11 maggio del 1860 Giuseppe Garibaldi sbarcò nel porto di Marsala per liberare la Sicilia dalla dominazione borbonica. Tuttavia, al generale mancavano mezzi e uomini, quindi decise di chiedere aiuto ai siciliani, a cui promise in cambio non solo il nascere di una nuova e libera società, ma soprattutto, la tanto attesa divisione delle terre che fino a quel momento erano nelle mani dei latifondisti, i cosiddetti “Cappelli”, presso i quali i contadini erano costretti a lavorare in condizioni di quasi schiavitù.
Le promesse del Generale non vennero mantenute, e fu così che il malcontento e le speranze di riscatto sociale della media borghesia e delle classi meno abbienti, sfociarono in una rivolta. Il 2 agosto a Bronte, vennero date alle fiamme alcune case, il teatro e l’archivio comunale. Il bilancio fu di 16 vittime, tra cui soprattutto nobili, civili e ufficiali.

Di conseguenza Garibaldi e Crispi istituirono un Comitato di guerra per sedare la rivolta, mettendo a capo della repressione Nino Bixio.
I “Fatti” portarono ad un processo sommario che portò alla condanna di cinque brontesi, tra cui l’avvocato Nicolò Lombardo. I condannati vennero fucilati all’alba successiva, e i loro cadaveri furono lasciati esposti al pubblico come monito alla cittadinanza.

Il luogo simbolo dei “Fatti di Bronte” è Piazza San Vito. Qui, all’alba del 10 Agosto 1860, Nino Bixio fece fucilare i cinque presunti colpevoli di stragi e incendi, frutto della ribellione dei contadini nei confronti degli “amici” del Duca Nelson, considerati usurpatori delle terre.
In ricordo di quel tragico episodio, il Comune di Bronte nel 1985 ha fatto erigere un monumento, opera dello scultore brontese Domenico Girbino.
