Parte oggi una nuova rubrica della Pro Loco Bronte: “Sicilia in musica”. Di mese in mese, attraverso il racconto e l’analisi della nostra volontaria di Servizio Civile Universale Silvia Fallico, approfondiremo storie, discografia e aneddoti inerenti alcuni tra i principali artisti siciliani. Buona lettura!

Franco Battiato, Ionia, 23 marzo 1945, Milo 18 maggio 2021, è stato un cantautore, musicista, compositore, regista e pittore italiano. Sviluppa sin da bambino una grande curiosità nei confronti della musica; infatti la famiglia sin da bambino lo spinge a studiare pianoforte con una cugina. A undici anni il padre gli regala una chitarra, ben presto impara gli accordi e forma un complessino con il quale si esibisce per la prima volta per il carnevale di Acireale. Finito il liceo scientifico si iscrive all’università di Catania, ma dopo un esame universitario andato male, il cantautore di Ionia getta i libri nell’immondizia, trasferendosi subito dopo a Milano. Qui dopo qualche settimana, Battiato viene assunto per esibirsi in un cabaret, il Club 64, dove ben presto viene notato da Giorgio Gaber che lo invita ad aiutarlo nella composizione di un suo brano e gli fa firmare un contratto discografico. Fra il 1965 e il 1969 il cantautore catanese pubblica semplicissime canzoni d’amore, scritte da altri per lui, molto simili alla musica italiana del periodo. Però nel 1968 durante “Un disco per l’estate”, celebre manifestazione radiofonica del periodo, Battiato si accorge si essere estraneo a quel mondo a cui si era da poco avvicinato, così rompe ogni contratto. Segue un periodo di crisi personale, superato con l’aiuto di due nuovi interessi: il sufismo e la musica elettronica. Il musicista siciliano inizia infatti ad esplorare il mondo dei sintetizzatori e tra il 1971 e il 1972, esce Fetus, il suo primo 33 giri, un vero e proprio shock per la scena musicale del periodo, non solo per il sound innovativo ma anche per l’immagine di copertina del vinile rappresentante un feto.

Nel 1973 esce il secondo album Pollution che attraverso uno stile progressive rock affronta temi come gli interrogativi esistenziali e l’inquinamento, quest’ultimo musicalmente rappresentato dall’ elettronica.

Dopo le lezioni private del maestro Stockhausen, nel 1973 Battiato pubblica Sulle corde di Aries, un album con sound che si rifanno alla musica araba; infatti chitarra, basso, batteria vengono meno a favore di fiati, oboe, violoncello, mandorla, calimba e piano preparato.

Al 1974 risale il quarto album, Clic; si tratta di sette brevi composizioni di elettronica, quasi tutte strumentali. Successivamente Battiato gira l’Italia meridionale come tastierista dei Telaio Magnetico, abbandonando quasi del tutto il sound elettronico. Nello stesso periodo viene pubblicato M. elle le Gladiator, disco ritenuto assai inferiore rispetto ai precedenti; potrebbe infatti trattarsi di un’idea mal riuscita oppure di un periodo di mancanza di idee se non addirittura di un periodo di transizione dell’autore.

Segue poi un periodo di circa tre anni in cui l’artista si dedica alla musica classica, frequentando musicisti come il pianista Antonio Ballista e Giusto Pio, suo maestro di violino. I frutti di tali studio sono visibili nell’album “Battiato” del 1977.  Nel 1978 è pubblicato Juke Box, concepito inizialmente come colonna sonora di un film. Sempre dello stesso anno è l’ultimo album sperimentale, “L’Egitto prima delle sabbie” al quale segue uno dei più grandi mutamenti di stile che la storia della musica ricordi: è il 1979 e Battiato pubblica l’Era del cinghiale bianco, album di canzoni pop dai testi impressionanti, sospesi tra meditazione ed esoterismo. A tale capolavoro segue poi Patriots nel 1980, album tra cui spicca la critica sociale di “Up patriots to arms”.

Nel 1981 esce La voce del padrone, sette canzoni pop con spruzzi di new wave, elettronica e musica classica e con testi che criticano la società in modo spietato: “quei programmi demenziali, con tribune elettorali… com’è misera la vita degli abusi di potere”.

Nel 1982 viene pubblicato L’arca di Noè, un album pessimistico e apocalittico. Segue nel 1983 “Orizzonti perduti”, di cui il brano più famoso è probabilmente “La stagione dell’amore”.

Nel 1985 viene pubblicato “Mondi lontanissimi” con pezzi intimi, come “L’animale”, tracce elettropop e pezzi di cantautore.

Successivamente Battiato pubblica due album di successo in lingua spagnola “Ecos de danza sufies” del 1985 e “Nomadas” del 1987 e un album in inglese “Echoes of sufi dances”, quest’ultimo di minor successo.

Spinto dal maestro Stockhausen Battiato inizia poi a dedicarsi alla composizione e così viene pubblicata “Genesi” nel 1986, opera classica in tre atti.

Il 1988 è l’anno di “Fisiognomica”, album che accoglie tematiche filosofiche esistenziali e canzoni d’amore.

Nel 1989 esce Giubbe Rosse, seguito da Benvenuto Cellini- Una vita scellerata, colonna sonora di un film italiano di quel periodo (1990).

Nel 1991 viene pubblicato “Come un cammello in una grondaia”, registrato negli studi di Abbey Road a Londra. Si tratta di un album in cui l’artista dà sfogo alla sua religiosità.

Nel 1992 il cantautore siciliano pubblica Gilgamesh, seconda opera esoterica ma con sound meno elettronici rispetto a Genesi.

Il 1993 è invece l’anno di Caffè della Paix, album in cui batteria, basso, chitarre, tastiere si associano a strumenti classici e persino a quelli arabi. Nell’anno successivo vengono pubblicati un album di brani live, Unprotected e Messa arcaica, opera religiosa che ebbe molto successo nelle chiese. Nello stesso anno, il 1994, Battiato inizia a collaborare con il filosofo Manlio Sgalambro, pubblicando l’album L’ombrello e la macchina da cucire (1995). Il disco ebbe poco successo ma come disse Battiato: “meglio fare qualcosa di brutto che tutto uguale!”. Da quel momento, comunque, Sgalambro collaborerà con il cantautore di Ionia nella scrittura di tutti i testi che verranno pubblicati a seguire.

Nel 1996 esce l’Imboscata, album con brani di alto valore come La cura, una meravigliosa confessione d’amore. Due anni dopo esce Gommalacca; Battiato continua ad esplorare con la chitarra elettrica, con brani come Shock in my town.

È il 1999 quando viene pubblicato Fleurs, un album di cover a testimoniare la flessibilità del  musicista che passa dalla chitarra elettrica di Gommalacca al quartetto d’archi.

Nel 2000 Battiato incide per la Sony l’album Campi magnetici, un piacevole ritorno all’avanguardia degli anni 70, che risente però di un’esperienza di ben 25 anni.

Ferro battuto è l’album del 2001, un disco pop con qualche “scherzo musicale” come la cover rallentata di Hey Joe di Jimi Hendrix.

Nel 2002 esce Fleurs 3, il seguito dell’album di tre anni prima, anch’esso album di cover.

Il 2003 è l’anno di esordio per Battiato nel mondo cinema come regista del film Perduto amor.

Nel 2004 esce Dieci stratagemmi, un album caratteristico per i testi pieni di tensione e rabbia.

Nel 2007 Battiato pubblica Il vuoto, un album dove troviamo temi come le religioni orientali (E niente è come sembra).

Nove anni dopo l’uscita di Fleurs, Battiato pubblica Fleurs 2, un album di 12 cover italiane e non.

Il 2009 è l’anno di Inneres Auge (Il tutto è più della somma delle sue parti), un grido di protesta contro il decadimento del genere umano.

Il compositore catanese ritorna poi con Apriti sesamo nel 2012.

Nel 2013 Battiato incontra Antony Hegarty ed insieme pubblicano Del suo veloce volo.

Nel 2014 è la volta di Joe Patti’s Experimental Group, album realizzato insieme al sound engineer Pino Pischetola.

Oltre a dedicarsi alla musica e al cinema, Battiato si è cimentato anche nella pittura; era un periodo in cui aveva deciso di prendersi una pausa dai riflettori e passare qualche tempo nell’ozio, che lui sottolinea intendere come momento da dedicare alla cultura. All’inizio i lavori del musicista catanese erano pessimi ma lui aveva deciso di continuare, perché in fondo anche i dipinti di Van Gogh non erano il massimo all’inizio.

Per quanto riguarda la sua vita privata, Battiato non ha mai avuto una compagna di vita e nemmeno figli; afferma di essersi innamorato solo una volta a 16 anni. Era invece molto legato alla madre Grazia, scomparsa nel 1994. Alla vita mondana ha sempre preferito la vita solitaria nella sua amata Milo, alle pendici dell’Etna.

A seguito di una lunga malattia, il cantautore di Ionia si ritira dalle scene nel 2017, passando il resto della sua vita  nella villa di Milo. Franco Battiato ci lascia il 18 maggio del 2021 lasciando un vuoto immenso nella musica italiana; sulla morte diceva: “Non esiste, è solo trasformazione”.

Grazie di tutto Maestro!