Nuovo appuntamento con la rubrica cinematografica della Pro Loco Bronte, curata dal nostro socio Fabio Romano. Il film del mese di giugno, rigorosamente ambientato in Sicilia, è “Sicilian Ghost Story“. Buona lettura.
Sul fondale del Lago Pozzillo, come nel tentativo di riuscire ad emergere per poter prendere fiato, ma allo stesso tempo come se un enorme anaconda si attorcigliasse intorno alle caviglie impedendoti in questo modo di farti respirare, è questa storia di amore e morte, fiaba e mafia allo stesso tempo.
SicilianGhost Story è il racconto raccapricciante del piccolo Giuseppe Di Matteo, figlio del pentito di mafia Santino, la quale raffigurazione in foto mentre sta saltando un ostacolo in groppa al suo destriero come un moderno Don Chischotte della Mancha, rappresenta un autentico pugno nello stomaco per la memoria e la coscienza di tutti.
La storia d’amore tra due adolescenti è molto dolce, così come lo è la raffigurazione della protagonista Luna, innamoratissima del suo Giuseppe, ma è anche un inno alla ribellione soffocante delle logiche di Mafia. Il film è lento, accecante, ombroso, surreale, ma anche profondamente realistico e angoscioso. L’organizzazione del Festival di Cannes ha voluto premiare la capacità di descrizione dei due registi Fabio Grassadonia e Antonio Piazza, nonché la splendida location del Parco dei Nebrodi e del Comune di Troina, luogo dove è ambientato l’intero film (una piccola scena è girata anche in una località di Bronte), promuovendolo come film inaugurale della stessa kermesse cinematografica nel 2017.
La produzione d’altronde ha voluto fortemente coniugare la tecnica di riprese tipicamente francese con inquadrature ferme che man mano si allargano con la teatralità tipica degli attori siciliani, dove la Città delle Bestie di Isabel Allende troverebbe una capacità interpretativa di cosa sia la violenza umana e certamente quel fondale, quei suoni sordi e quei colori cupi, lo spettatore se li ricorderà per un bel pezzo.