Bartali, Coppi, Pantani, Cipollini, Nibali: sono questi i nomi che hanno fatto da corollario all’evento ciclistico per definizione: Il Giro d’Italia che quest’anno compie ufficialmente 100 anni, da quando il quotidiano sportivo per eccellenza La Gazzetta dello Sport decise di organizzarlo per dare lustro al ciclismo , ovvero “Lo sport più democratico in assoluto perché non si paga il biglietto per assistervi” come lo ribattezzò Pasolini.

A distanza di nove anni il Giro ritorna ufficialmente a Bronte per i 181 chilometri che determinano la tappa Cefalù-Etna, considerata la più dura dell’intera gara, proprio per l’enorme dislivello che presenta; gli atleti, infatti, partendo dalla città della provincia palermitana, pedaleranno per buona parte sulla costa tirrenica fino a Sant’Agata di Militello, dove inizierà l’autentica scalata al trono, poiché il passaggio lungo i Nebrodi presentano un faticosissimo dislivello che porta direttamente a una quota di 1524 metri sul livello del mare, nel territorio di Portella-Femmina Morta, la zona predominante Cesarò; la gara continuerà in direzione di Bronte, dove tra l’altro è previsto il traguardo per la velocità, per veicolarsi verso la bellezza dei 1892 del Rifugio Sapienza.

Incuriosisce che a differenza di tante gare, dove chiaramente il traguardo si presenta con una minore pendenza se non addirittura in discesa, questa tappa presenta gli ultimi 18 km come un autentico massacro per i ciclisti che dovranno anche tener conto del caldo afoso della zona, soprattutto se la giornata non si dovesse presentare ventilata.

Gli addetti ai lavori l’hanno definita non una tappa per velocisti, bensì per scalatori, per questo è atteso il duello tra i due specialisti per eccellenza: da un lato Il colombiano Nairo Quintana e dall’altro l’indigeno messinese Vincenzo Nibali (Lo squalo dello Stretto), il quale, ovviamente, a quest’ultimo non può che andare il nostro pieno sostegno; sarà anche un modo per riscattarsi per i due ciclisti che fino al momento in cui scriviamo (8 maggio dr.) non hanno certamente impressionato nelle tappe in Sardegna.

Nella speranza che Nibali faccia bottino pieno, il giorno successivo inizia la seconda fase del Giro, la quale partirà dal comune di Pedara, costeggerà il versante opposto dell’Etna, entrando in parecchi centri abitati, fino ad arrivare a Messina attraverso la costa ionica; si tratta di una tappa meno pesante in termini di dislivello, ma certamente non meno impegnativa della precedente, visto che i velocisti della situazione nei 159 chilometri di questa Pedara- Messina si ritroveranno nel loro habitat naturale.

Il giorno dopo l’intera giostra rimetterà piedi in Calabria per proseguire il suo percorso fino al traguardo definitivo di Milano del 28 Maggio, salutando la Sicilia nella speranza che non debbano più servire nove anni per rimettervi piede.