DENOMINAZIONE: Chiesa San Giovanni

UBICAZIONE: Corso Umberto, 203

DATA DI COSTRUZIONE: Si hanno notizie certe della chiesa a partire dal 1574 come risulta dai registri della visita pastorale del Monsignor Torres.

IMPORTANZA STORICA: La Chiesa esisteva già nel 1574, prova è una lettera scritta dal Vescovo di Monreale in visita pastorale a Bronte. La Chiesa è stata restaurata diverse volte nel corso degli anni, sull’architrave troviamo scolpite due date, 1680 e 1790, probabilmente sono gli anni del rifacimento. L’ultimo restauro, avvenuto nel 2009, ha visto modificato l’uso della struttura in auditorium, con tecnologie audiovisive all’avanguardia per soddisfare al meglio le esigenze di chi voglia utilizzare la struttura come sala conferenze o auditorium per concerti di musica classica e sacra.

INTERNO: La Chiesa è composta da un’unica navata con volta a botte e un grande presbiterio, particolare per forma e dimensione. All’interno troviamo sette altari, entrando a destra ,il primo altare, è dedicato alla morte di S. Giuseppe, con una tela ad olio di stile barocco della prima metà del XVIII secolo. Di seguito troviamo, la Cappella di Santa Rosalia (alla Santa è anche dedicata la chiesa come si legge nell’architrave della grande finestra della facciata). Bronte rimase feudo dell’Ospedale di Palermo dal 1494 al 1799 ed il culto alla Santa palermitana, oggi totalmente rimosso e dimenticato, fu imposto dai tre secoli di sottomissione palermitana. La Cappella ha uno stile tipico del Barocco Siciliano del XVII secolo. Qui l’artista, purtroppo ignoto, nel piccolo spazio ristretto, ha dato vita a un fastoso tripudio di decorazioni tra fregi e affreschi che rappresentano la vita della Santa. Sull’altare al centro della Cappella, ritroviamo la Statua di Santa Rosalia è della prima metà del XVIII sec., di stile barocco siciliano è in legno e cartapesta. Alla cappella di Santa Rosalia segue un altro importante altare, quello del Crocifisso di stile barocco siciliano è della prima metà del XIX secolo, di autore ignoto, è in legno scolpito, dipinto e decorato con foglia d’oro. Il Crocifisso a Bronte è conosciuto come “Crocifisso Notaio”, corre infatti una leggenda secondo la quale, un tempo i contadini, non disponendo delle risorse economiche necessarie per stipulare regolari contratti dal notaio, si presentavano davanti a questo Crocifisso e, semplicemente stringendosi la mano, concludevano i loro affari. Si dice che nessuno mai, sia venuto meno alla parola data davanti al crocifisso per timore di divine ritorsioni. Il primo altare a sinistra è dedicato a Santa Maria degli Agonizzanti con una tela ad olio della prima metà del XIX secolo. La tela è importante per la Chiesa di San Giovanni, in quanto all’interno era attiva una Congregazione di preti che assistevano i moribondi negli ultimi istanti della loro vita. Compito della Congregazione era, anche, quello di avvertire la popolazione della morte di un concittadino tramite il rintocco delle campane, un determinato numero di rintocchi facevano capire anche di chi si trattava, se di un uomo o di una donna, un nobile piuttosto che un contadino etc. Seguono l’altare del Cristo morto con una tela ad olio della prima metà del XVIII secolo di stile barocco siciliano e l’altare di Sant’Antonio abate con una statua in legno scolpito e decorato con foglia d’oro di stile barocco siciliano della prima metà del XVIII secolo, si dice che durante il periodo bellico, la statua sia stata camuffata, con materiali vari, per evitare che venisse vandalizzata o rubata. L’altare maggiore è dedicato alla Madonna del Lume. La statua è in gesso modellato dipinto e legno scolpito, intagliato e dipinto con foglia d’oro, risale alla prima metà del XVIII secolo, di stile barocco siciliano. La statua raffigura la Madonna che regge in grembo Gesù Bambino sorridente e, con la mano destra, un’anima peccatrice nell’atto di precipitare all’inferno. Alla sua sinistra un angelo in ginocchio sorregge un cestino sul quale Gesù conservava i cuori dei peccatori convertiti, per intercessione della Madre. L’altare è in marmo policromo scolpito, due coppie di colonne tortili sormontati da un arco ornamentale, delimitano la nicchia dell’altare, sormontata a sua volta da una struttura decorativa barocca. Ai lati dell’altare sono presenti due nicchie, si pensa sia il posto di due piccole statue rappresentanti San Giovanni Battista e San Rocco ritrovate nell’ultimo restauro.

ESTERNO: La chiesa è dedicata sia a San Giovanni Evangelista che a Santa Rosalia. Infatti è possibile notare una dedica nell’architrave della finestra sopra il portale, dalla quale è possibile intuire che la chiesa è stata, sin dal principio, creata per i santi sopra citati:

«Ad honorem divi. Joannis Ev. et D. Rosaliae – Ph.s Sottosanti, 1659».

Scolpite sul frontone dell’architrave è possibile notare altre due date, 1680 e 1790. Probabilmente indicano l’epoca di una prima ricca dotazione, da parte della famiglia baronale Sottosanti e di un secondo rifacimento ad opera dell’abate don Francesco Sanfilippo, il cui nome venne scolpito nell’architrave della porta nel momento in cui venne restaurata ed abbellita di arabeschi e stucchi.

Il portale lavico risale al 1799 e venne lavorato secondo modanature e fregi dai maestri scalpellini locali.

Il campanile possiede una forma massiccia e tozza che si conclude in alto con un volume prismatico a base ottagonale.

INGRESSO: Libero.

ACCESSIBILITA’:

In auto: da Via Umberto (possibilità di parcheggio lungo il corso).

A piedi: percorrendo Via Umberto.

GPS: