DENOMINAZIONE: Biblioteca del Real Collegio Capizzi (Biblioteca borbonica)
UBICAZIONE:
Interno: Corridoio del piano terra del Real Collegio Capizzi.
Esterno: Corso Umberto 277 – 95034 Bronte (CT)
RECAPITO: Tel.: +39 095691008
fax.: 095 7723585
INGRESSO: 2€ a persona dal Lunedì alla Domenica
ore 09.00/13.00
Orari differenti previo accordo telefonico.
CENNI STORICI:
La storia racconta che nel 1767, il politico e sostenitore del giurisdizionalismo settecentesco, oltre che della predominanza dell’interesse dello stato su quello della chiesa, Bernardo Tanucci, redasse, su richiesta di Ferdinando III, il provvedimento di espulsione nei confronti dei membri appartenenti all’ordine della Compagnia di Gesù. Infatti i collegi e le case gesuitiche in una notte di novembre del 1767, esattamente due ore dopo la mezzanotte, vennero circondate dalle truppe borboniche che in un solo giorno riuscirono a catturare i gesuiti per poi inviarli nei luoghi per loro designati. Vennero confiscati i loro beni mobili ed immobili quali: case, terreni e collegi; i quali vennero venduti con il proposito di istituire con il ricavato le scuole pubbliche di Stato e si intendeva anche sostituire il corpo dei docenti composto da personale religioso a favore dei docenti laici. I suddetti dunque vennero cacciati dalla Sicilia, in seguito all’ordine di Ferdinando III di sopprimere tale ordine, e in una situazione in cui tutti facevano il possibile per ottenere i beni demaniali che appartenevano ai gesuiti, il Ven. Ignazio Capizzi, nonché fondatore del Collegio di Bronte, di origini brontesi che esercitava il ministero sacerdotale a Palermo, consapevole dell’importanza della diffusione della cultura, chiese che gli venissero donati i volumi che venivano custoditi nelle biblioteche site a Palermo e che oggi contribuiscono ad arricchire il patrimonio culturale custodito all’interno della biblioteca del Real Collegio Capizzi. Nello specifico il 6 agosto 1778 a Palermo, con il notaio Tamaio, venne stipulato l’atto di donazione a favore del Collegio Capizzi dallo stesso fondato, all’interno del quale si fa riferimento a 715 libri che appartenevano ai Gesuiti.
Nel corso della seconda guerra mondiale il Collegio venne utilizzato come un Ospedale di riserva per cui i libri vennero posti nei magazzini sottostanti, fu grazie a quest’accortezza che non vennero distrutti nel corso dei bombardamenti aerei dell’estate del 1943 tuttavia furono logorati dall’umidità che causava la muffa e dai topi.
Quando, nel 1983, il numero dei collegiali iniziò a diminuire fortemente, il Consiglio di Amministrazione decise di rendere fruibile a tutti un patrimonio che fino a quel momento era stato di pochi privilegiati oltre che dei collegiali, pertanto oggi la biblioteca è divenuta centro focale, che permette la consultazione “in loco”, per quanti intendono realizzare ricerche, tesi di laurea a carattere storico o sono semplicemente degli appassionati.
DESCRIZIONE GENERALE:
La biblioteca, definita borbonica, costituisce un’ importante raccolta della cultura umanistica del XVIII secolo.
L’importanza che viene attribuita alla biblioteca deriva dal fatto che essa costituisce un prezioso archivio storico infatti contiene più di 21 mila volumi di tipo scientifico, letterario, teologico e filosofico oltre che in lingua greca, latina, italiana, inglese, spagnola, tedesca e francese. Attraverso la lettura di questi testi è possibile conoscere la tipologia di discipline che gli studenti avevano la possibilità di studiare all’interno del Collegio, collocandolo tra i collegi che riuscivano a diffondere il più alto livello di cultura e di formazione scolastica.
Posizionata al primo piano del collegio si compone di due camere con scaffali di legno costruiti nel 1830 su disegno di Don Carmelo Luca. Importante notare come uno degli scaffali sia proprio dedicato agli scrittori brontesi e non solo poiché all’interno di una delle stanze della biblioteca è possibile notare i busti di due illustri brontesi: Enrico Cimbali e Benedetto Radice.
Inoltre, in attesa che la Cappella interna del Collegio venga adibita come sede per la biblioteca alcuni volumi vengono conservati lungo il corridoio.
Non è solo la biblioteca, in sé, ma l’intero complesso del Collegio ad essere luogo di interesse culturale tanto che nel corso dell’anno vengono organizzati diversi eventi a carattere culturale, come: convegni, seminari, conferenze, mostre, incontri con gli studenti e presentazioni di libri all’interno dell’auditorium. Ciò dimostra che ancora oggi il Collegio continua rivestire un ruolo importante nella promozione del sapere al punto tale da collaborare in modo proficuo con le scuole presenti sul territorio.
Coloro che visitano il collegio hanno la possibilità di conoscere la storia locale, in particolare “i fatti del 1860”, gli uomini che ne sono stati protagonisti e tutto ciò che rende Bronte così interessante come il pistacchio.
OPERE CONTENUTE:
La raccolta presente all’interno della biblioteca, nel corso del tempo, si è arricchita sempre di più grazie ad acquisti o lasciti ed alle donazioni da parte di privati cittadini.
Infatti, la biblioteca contiene oltre 21 mila volumi, di tipo scientifico, letterario, filosofico e teologico, con testo in greco e latino, oltre che in italiano, inglese, spagnolo, tedesco e francese.
Un numero cospicuo di classici latini e greci ( Dodici Cesari di Sventonio, opere di Senofont, Tacito, Ovido e Sallustio ecc.) da ricordare un’edizione fiorentina dell’Iliade del 1837, in 2 volumi, che raccoglie altre all’originario testo greco, sette traduzioni del poema omerico, due delle quali in latino, sia in versi, di R. Cunich che in prosa di C. G. Heyne, e le altre, in italiano, tedesco, francese, inglese, spagnolo.
Tra le opere che è necessario menzionare perché di inestimabile valore, abbiamo:
Un Aristotele del 1561;
5 volumi che raccolgono le opera di Aristotele pubblicati da Didot;
Un dizionario del Calepino del 1571 uscito dalla tipografia dei Manuzio;
Un atlante geografico del 1692 La guida del Mercurio ouero Guida Geografica in tutte le parti del mondo, con stampe di Domenico de Rossi in Roma alla Pace e con incisioni a bulino di Antonio Barbey colorate a mano;
Un trattato di astronomia del 1877;
Una divina commedia stampata a Venezia nel 1536;
Opere di Goethe;
Un volume in antica lingua orientale;
Negli scaffali è conservata anche una copia del “Teatro Italiano” di Luigi Capuana del 1879, con dedica autografa dello scrittore: “alla biblioteca del Collegio di Bronte come piccola espiazione di tutte le mie scapataggini di collegiale. Mineo, 7 Aprile 1872”. Bisogna ricordare che il Capuana aveva studiato nel Collegio Capizzi negli anni 1853-54.
Sono conservate raccolte di giornali e di riviste, provenienti dall’archivio del Card. Antonino De Luca. Intere annate di quotidiani e periodici di fine ottocento/inizi novecento, finemente rilegati e in ottimo stato di conservazione.
Viene conservata una preziosa raccolta di carte della Vicaria Foranea di Bronte e di una Corte Spirituale operante in città nel corso del secolo XVIII; esistono poi raccolte minori, di personaggi illustri nel contesto locale, e manoscritti del filosofo Nicola Spedalieri.
Di particolare rilievo il lascito del cosiddetto “Fondo De Luca”, con le carte e i libri appartenenti al cardinale Antonino-Saverio, nunzio apostolico a Vienna durante l’epoca di Pio IX, ed il “Fondo Cimbali”, ricco di carte manoscritte appartenute anche allo stesso Giuseppe Cimbali.
I registri sui quali venivano annotate l’attività amministrativa e scolastica del convitto del Collegio Capizzi, i quali consistevano in una raccolta di diplomi e vari documenti scolastici, costituenti un vero e proprio archivio storico, sono stati parzialmente ceduti a privati o distrutti.
Quelle sopra elencate sono soltanto alcune delle opere conservate all’interno della biblioteca del Collegio Capizzi le quali contribuiscono a rende questo luogo, per gli amanti della storia, pieno di magia.
ACCESSIBILITA’: Facile
In auto: è possibile percorrere Corso Umberto e parcheggiare lungo il corso.
A piedi: Dal principale Corso Umberto.